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Curiosità e informazioni sul cacciavite dinamometrico

L’elevata affidabilità e durata delle strutture moderne è determinata dall’uso di materiali sempre più all’avanguardia che richiedono operazioni di assemblaggio più complesse di quelle di una volta. Oggi, un ruolo enorme è ricoperto da fattori quali la precisione e il controllo durante il processo di costruzione.

Negli ultimi decenni, Il cacciavite dinamometrico è diventato uno degli attrezzi in assoluto più diffusi nei settori ad alta tecnologia, come l’astronautica, l’aviazione, la microelettronica, la meccanica di alta precisione e l’assemblaggio in generale.

Nell’articolo di oggi abbiamo deciso di proporre una panoramica su questo affascinante strumento che parte dalla sua invenzione fino ad arrivare ai giorni nostri. Continua a leggere se desideri scoprire di più sul cacciavite dinamometrico.

Storia e funzionalità del cacciavite dinamometrico

Il primo cacciavite dinamometrico è stato brevettato dall’azienda tedesca Saltus-Werk Max Forst GmbH nel 1939. Per il prototipo, l’inventore si è ispirato a un altro attrezzo molto simile che era già stato inventato ben 20 anni prima: la chiave dinamometrica.

Dal punto di vista delle funzionalità, i cacciaviti dinamometrici sono un’estensione logica e un’ottima aggiunta alle chiavi dinamometriche, un’evoluzione naturale del cacciavite comune. La loro funzione principale è quella di permettere all’utente di applicare una coppia controllata agli elementi di fissaggio su cui lavora, ovvero non serrarli troppo o troppo poco.

Perché è stato inventato

Ma c’era davvero bisogno di un cacciavite dinamometrico dato che già esisteva la chiave? Assolutamente sì! La chiave dinamometrica è ottima per i bulloni e le viti con testa sporgente, ma non può essere usata su quelle a testa piatta e con impronta. Inoltre, il cacciavite dinamometrico permette di lavorare anche su elementi di fissaggio molto piccoli che, al giorno d’oggi, vengono usati in moltissime applicazioni.

La gamma di coppia dei cacciaviti dinamometrici è compresa tra 0,2 nm e 20 nm, mentre la precisione è generalmente del ±6%, anche se esistono modelli ultra-precisi con un margine di errore fino all’1%.

Il limitatore di coppia del cacciavite dinamometrico

Il funzionamento di questo attrezzo si basa sulla presenza al suo interno di alcuni meccanismi di limitazione che sono presenti in tutti o solo in alcuni modelli:

  • Cam-over. Questo meccanismo di limitazione è più comunemente applicato nei cacciaviti dinamometrici manuali. Una volta raggiunta la coppia massima desiderata, scatta il fermo che impedisce all’utente di serrare oltre;
  • Cushion clutch. Questo meccanismo è ampiamente utilizzato nei cacciaviti elettrici e pneumatici. Dopo aver raggiunto il valore di coppia impostato, la rotazione scorrevole continua fino a quando l’operatore non la interrompe, ma la torsione non viene trasmessa alla vite;
  • Spegnimento automatico. Come dice il nome stesso, serve per spegnere completamente l’utensile quando viene raggiunta la coppia massima.

Per ogni meccanismo è possibile impostare un valore di coppia. Per i modelli manuali usati, ad esempio, per installare i sistemi di condizionamento, non è richiesta alcuna documentazione sui dispositivi. Per applicazioni professionali, lo strumento deve essere certificato in un laboratorio di calibrazione ufficiale per verificarne la coppia di uscita.

I cacciaviti a scala

I cacciaviti dinamometrici con scala graduata sono stati inventati tra i primi, così come le chiavi dinamometriche a quadrante. Tuttavia, sono ancora molto popolari ai giorni nostri per la loro facilità d’uso e la visione diretta della forza applicata durante la torsione.

Questi modelli sono generalmente semplici, chiari e forniscono un’indicazione diretta della coppia. Vengono usati per piccoli elementi di fissaggio che richiedono una coppia di 0,2 nm – 16 nm e sono abbastanza precisi, con un margine di errore che varia tra il 6% e il 3%.

Bisogna però notare che in questo tipo di cacciavite dinamometrico non è presente alcun limitatore: deve essere l’utente a controllare la coppia usando un quadrante analogico o un display digitale.

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